Ascolta l’intervista dell’Urban The Best:
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I Verderame nascono per volontà del caso. Nel progetto che ne scaturisce si trovano fatalmente a confluire esistenze, ma anche esperienze musicali, estremamente differenti, con un fondamentale punto in comune: l’esigenza di esprimere, attraverso la creazione artistica, il senso di vivere.
Da quando abbiamo trovato la nostra matrice condivisa, nel 2007, la conoscenza che ognuno dei componenti ha di sé e degli altri, è maturata grazie al concime delle note suonate nella stessa stanza. Nell’humus fertile dei pomeriggi spesi a provare siamo diventati un unicum di elementi che funzionano da soli, ma meglio insieme. Abbiamo imparato a conoscerci e ad apprezzare gli uni negli altri caratteristiche e peculiarità.
Il Verderame che dà il nome al gruppo è il nome comune del solfato di rame, utilizzato per proteggere le piante dall’attacco dei parassiti. Il Verderame è una barriera, una protezione, quasi un amuleto, una membrana che protegge dall’esterno, ma al contempo con esso mette in contatto.
Il processo osmotico che permea di realtà la nostra produzione artistica ci ingloba nella contemporaneità cui prendiamo parte, ma ci separa dagli elementi che di questo presente sono la rappresentazione meno veritiera. Bandita ogni finta giustificazione superficiale e ogni disprezzo di senso profondo, rimane la sola bussola della soggettiva capacità di ascoltare, sentire, vedere, l’universo intorno.
Proviamo a capire come staccarci di dosso sensazioni vischiose che hanno un sapore dolciastro. È un tentativo che vogliamo restituire nei nostri testi e si avverte appena, come se ci fosse un velo osceno che ricopre la realtà. Difficile da squarciare ma anche solo da tenere sollevato, per osservare la decadenza del clima ossessivo che ci circonda.
La vena romantica ha dei toni foschi che emergono in onde scure e ipnotiche. Appoggiate su melodie semplici e cadenzate che sostengono senza apparente sforzo le liriche. I ritmi sono quelli che meglio lasciano trasparire un disegno in dissolvenza, che si adagia leggero sugli arrangiamenti. La ricerca del suono è tipicamente inglese, e a volte indulge in effetti caldi, che ricordano le sonorità californiane. Lo scenario di riferimento è indie, ma allo stesso tempo curato in ogni dettaglio.
Suoniamo strumenti classici, e ad essi ci accostiamo con la stessa passione degli esordi, senza snaturare l’ispirazione primigenia e senza cercare di scioccare ad ogni costo. Il colore lo dà l’emozione con cui noi tutti continuiamo a fare musica da anni.
Non sempre si può sdrammatizzare. E noi cerchiamo di mostrarlo, tentando di illuminare a chi vuol vedere un percorso irto di ostacoli ma affascinante.
“L’ULTIMA RECITA” è il primo album dei Verderame, composto da 13 brani più una ghost track.
Ogni canzone è un fraseggio a sé stante che tenta di racchiudere piccoli universi di suoni che derivano da una sola matrice, nata dalla tradizione, e che in seguito se ne discosta per diventare altro.
Al contempo i pezzi sono come episodi di una storia giunta all’atto finale, come fasi di un periodo di crescita che prelude alla maturità della vita reale. Da qui il titolo dell’album.