Ascolta l’intervista dell’Urban The Best:
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Potremmo spacciarli per un gruppo inglese. O tedesco. O australiano. Ma non lo faremo.Vuoi perché loro ci pensano da soli; vuoi perché in fondo non gliene importa molto.I Foxhound sono quattro ragazzi di diciannove anni, che alla loro età ne hanno trenta. Sono quattro musicisti stranieri con cittadinanza italiana. Un live che attraversa a sguardo fisso il mare di gruppi emergenti, puntando altrove, oltre confine, attraversandolo e arrivando a dimostrarci che si può essere stranieri in mezzo ai nostri simili senza rischiare di affogare.
Si svegliano in Polinesia e c’è tanto sole, a mezzogiorno pranzano sulle cime dell’Himalaya, verso le cinque un the’ a St. James e dopo aver cenato con i beduini nel deserto si adagiano su un letto di foglie, aspettando la sera. Ma fanno tutto quanto con beata Concordia.
I Foxhound ci ricordano soprattutto che si può fare a meno di classificare incategorie di sorta tutto ciò che raggiunge il nostro orecchio.
Potremmo inventarci storie, ma non lo faremo. Ascoltateli, poi pensateci voi.