Giovanni_Baglioni

Giovanni Baglioni



   

                            
                    

                                           Ascolta l´intervista dell´Urban The Best

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Chitarrista acustico solista risulta uno dei nomi più interessanti ed originali nel panorama della chitarra acustica solista contemporanea italiana, meritando calorosi e convinti consensi all’esito di ogni sua esibizione live.Il suo è infatti un chitarrismo assai spettacolare da vedere e da ascoltare, ma dotato al tempo stesso – nelle composizioni originali dell’autore – di una forza narrativa ed evocativa mai messa in ombra dal suo pur consumato virtuosismo, il quale spazia dal sapiente utilizzo del tapping (la più riconoscibile e visivamente efficace fra le tecniche da lui utilizzate, connotata, com’è noto, dall’uso – assai frequente – di entrambe le mani sulla tastiera dello strumento nonché dalla ritmica percussiva sulla cassa ) all’impiego delle accordature alternative, agli armonici artificiali, all’uso della mano sinistra over the neck. Giovanni Baglioni ha studiato in maniera approfondita l’opera rivoluzionaria di Michael Hedges, apprezzandola in corrispondente misura (da esecutore così come da fruitore) tanto che tuttora nei suoi concerti non mancano mai le strepitose cover di alcuni classici hedgesiani, fra cui spicca su tutte Aerial Boundaries.Al tempo stesso ama però ricordare che, ancor prima di conoscere l’universo musicale di Hedges, la sua scelta di votarsi in via esclusiva alla chitarra acustica solista coincise con la passione istantaneamente sorta per Tommy Emmanuel (tutto un altro mondo chitarristico, com’è noto) non appena ascoltato per la prima volta l’album Only. Nel grande chitarrista australiano ha visto da subito l’incarnazione perfetta di una poliedrica ricchezza espressiva e di una singolare capacità di fare spettacolo in veste di one man band: tutte caratteristiche usualmente non associate ad uno strumento che spesso l’immaginario popolare concepisce ancora in funzione di mero accompagnamento. Ill suo primo disco chitarristico è “Anima Meccanica” uscito nel giugno 2009.“Io cerco di dare una sostanza che si potrebbe dire quasi più popolare. Mi sento più vicino a Tommy Emmanuel che non a Michael Hedges, meno ermetico, meno minimalista. Si possono fare cose estreme, anche difficili e di effetto, senza essere astrusi”.Dicono di lui: “Il giovane artista romano vanta una vena compositiva solida, personale ed inconfondibile, benché – al tempo stesso – sempre più variegata nelle modalità e negli stili espressivi, sfociando iin creazioni brillanti e dall’andamento assai sostenuto, mentre in altre occasioni l’ispirazione si fa passionale o sensuale, meditativa o malinconica”Nel suo primo disco “Anima Meccanica” si passa dalla vivacità e dal brio aggraziati di “Bijoux” all’intensità di “Pino” e, passando ai brani più recenti, si va dall’elegia di “Quando cade una stella” e dal lirico struggimento di “Sirena” al dinamismo scoppiettante di “Get Up!” e di “Bloody Finger” (il cui titolo – frutto di una felice mano umoristica, aneddotica ed autoironica, tipica di Baglioni, da questi sciorinata anche in concerto per il divertimento del suo pubblico – richiama un autentico infortunio fisico subito dall’autore al momento della sua creazione, senza peraltro che egli se ne fosse reso conto subito, lanciato com’era in piena trance compositiva). Con il passare del tempo le composizioni originali di Giovanni Baglioni si sono fatte sempre più articolate e complesse: ascoltandole in sequenza cronologica – dai primissimi e pur pregevoli brani fino ai più recenti – si può avvertire agevolmente una maturazione tecnica e compositiva potente, che appare in ulteriore e continuo divenire; tuttavia, come ha avuto occasione di dire al riguardo lo stesso artista, tutti i suoi brani “raccontano una storia o la sensazione di un momento. Ciò che abbiamo vissuto non è meno vero se al tempo avevamo meno parole per descriverlo”. La strumentazione utilizzata da Giovanni Baglioni si compone di una Martin J-41 Speciale di una Takamine PSF15C .

 

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