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Enrico Farnedi

          
                                           Ascolta l’intervista dell’Urban The Best:

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“Le canzoni che scrivo sono piccole, un po’ come il chitarrino.”

Enrico Farnedi un giorno ha incontrato uno strumento poco utilizzato, almeno nel campo della canzone d’autore. Se ne è innamorato e lo ha fatto diventare il protagonista del suo primo disco solista: Ho lasciato tutto acceso.
Questo strumento è l’ukulele.
Ho lasciato tutto acceso è la tappa più recente di un variegato e appassionato percorso artistico e vede Enrico in veste di ‘one man band’. Ukulele, banjolele, basso, batteria, sintetizzatore, tamburello, shaker, glocken-spiel, una tromba giocattolo e vari tegami da cucina sono alcuni degli strumenti che ha suonato, tutto da solo nella sua cantina, per dare una base musicale alla sua voce e ai suoi testi schietti, sia intimistici che scanzonati.
“Le canzoni che scrivo sono piccole, un po’ come il chitarrino”, e in effetti uno dei tratti principali del suo album è la semplicità: testi incisivi e immediati scanditi dal suono inconfondibile, allegro e malinconico allo stesso tempo, del suo strumento. Le atmosfere di questo cd sono molto varie e corrono per il mondo della musica passando dal pop rock del nord Europa alla più vera canzone d’autore italiana, dalle ballate scanzonate del sud America alla musica popolare della no-
stra penisola. Un disco spensierato, vibrante e riflessivo frutto di un’evidente background artistico che si è concretizzato in un buon esordio per Enrico: un ottimo polistrumentista che ha imparato molto bene a scrivere canzoni personali.
 
nota bio
Enrico è noto ai più per essere membro dal 97, con l’alias Rico Romano, della swing band The Good Fellas. Autore di buona parte degli arrangiamenti dei Bravi Ragazzi il polistrumentista cesenate di formazione jazz da 13 anni presta voce e tromba ai Gangsters of Swing, con cui ha girato i festival di mezza Europa. La sua carriera di trombettista lo ha visto collaborare con Vinicio Capossela, Quintorigo, Sam Paglia, Montefiori Cocktail, Tanita Tikaram, Cesare Cremonini, Steve Coleman, Cheryl Porter, Cochi & Renato (con cui ha preso parte al programma di Rai2 ‘Stiamo lavorando per noi’) e con la cantante e attrice francese di culto Françoise Hardy. Per citarne solo alcuni.
In questi ultimi anni parallelamente all’attività di ‘session man’ Enrico ha iniziato a comporre canzoni con sempre più assiduità e tra le esperienze musicali più significative in questo senso vanno citate quella, come cantante e bassista, coi Big!Bam!Boo!, trio rock messo in piedi coi fratelli fondatori dei Quintorigo Andrea e Gionata Costa e Rico & The
Undertakers, gruppo nato per dare forma alla sua personale concezione del jazz. Nel 2006 ecco la folgorazione per uno strumento con cui in breve tempo crea il suo rapporto più intimo: l’ukulele. Nel giro di appena due anni questo feeling lo ha portato a partecipare a Ukeit, il primo festival italiano dedicato al piccolo strumento hawaiano, e a figurare nella compilation “Ukeit Vol.1” (Barlumen Records) insieme a Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, Frankie Hi Nrg e Pacifico.

 

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