Ogni traguardo è sempre in cima a una salita, guardarsi indietro aumenta solo la fatica”. Parole sante, quasi saggezza popolare, eppure spiegano bene la rincorsa cominciata nel 2007 da Le Mani, band partita dalla provincia profonda di Matera, terra dimenticata da qualsiasi percorso del music business, e sbarcata a Roma, dove ha cominciato a farsi conoscere e ha rifinito e smussato il proprio suono. Le Mani – un nome che sa di cose tangibili e strumenti suonati – sono Antonio Marcucci (chitarra), Luigi Scarangella (voce), Francesco Stoia (basso), Angelo Perna (tastiere) e Marco Pisanelli (batteria) ed esordiscono nel 2007 con In fondo, un album che gli stessi musicisti descrivono come una raccolta di stati d’animo di una giovinezza sospesa nel nulla e alla ricerca di un appiglio qualsiasi. Tipicamente italiane e quel rock che da sempre accompagna la crescita personale dei cinque:
dal metal al classic rock anni Settanta, fino al crossover, senza soluzioni di continuità e senza la necessità di dare punti di riferimento troppo facili. È grazie soprattutto al singolo Stai bene come stai che la band riceve numerosi riconoscimenti da parte della stampa specializzata e non, partecipando a una serie di trasmissioni televisive su reti musicali e generaliste nazionali, oltre a vincere il Premio Miglior Videoclip Italiano nel 2007. A questo successo fa seguito un lungo tour e la partecipazione all’Heineken Jammin’ Festival nel 2007, un riconoscimento importante e la prima tappa “in salita” vinta dal quintetto. Bisogna aspettare qualche tempo prima di poter ascoltare il secondo lavoro targato Le Mani e intitolato Anno Luce.
Il disco, uscito nel 2009, rappresenta un deciso salto in avanti, anche e soprattutto a livello di tematiche e di testi, influenzati dalle esperienze e dalle impressioni di un lungo tour vissuto tra palchi e furgone attraverso l’Italia. Il quotidiano, per fortuna, riserva ancora argomenti sufficienti per le canzoni di un disco che regala al gruppo nuovi fans, apprezzamenti di critica e pubblico e ulteriori prove superate con agilità. La miscela di rock e pop diventa un marchio di fabbrica e, al di là di influenze più o meno riconoscibili – lo diciamo noi per voi: Otto Ohm e Negramaro -, Le Mani cominciano ad assumere una conformazione molto precisa, quella che viene messa a fuoco dal terzo album, in dirittura d’arrivo.
Settembre, questo il titolo del lavoro che verrà pubblicato dall'etichetta indipendente Sacropòp e distribuito da Venus, aggiunge altra carne al fuoco, a partire da inserti elettronici molto interessanti che regalano atmosfere inedite a pezzi come Elefante, Il cubo di Rubik e La salita, uno degli episodi migliori, prodotto proprio da Giuliano Sangiorgi. La varietà sembra essere l’arma vincente di Settembre, che spazia da ballate intense e cupe come Milady Italia a mix
elettrorock come Confessioni di un vampiro vegetariano, che vede la partecipazione di Ciro PrinceVibe Pisanelli (Michelangelo Buonarroti).
E il suo non l’unico nome di prestigio a prestare il proprio talento a questo disco: Il lago è
uno splendido duetto con Federico Zampaglione (Tiromancino), mentre la scatenata I Say Goodbye ospita il bravissimo cantautore salentino Marco Ancona (Fonokit). Certo, è strano intitolare il proprio disco Settembre e poi pubblicarlo il mese successivo, ma fate finta di niente, si tratta solo di aspettare qualche giorno in più per poterlo ascoltare con calma. Se pensate al precedente, Anno luce, capirete che In fondo l’attesa poteva durare molto di più…