18714_513357405364792_756843737_n

La figlia del Dottore

 

Torino – fine anni zero: Davide si trasferisce da Brescia a Torino.

È un amministratore di sistemi informatici e per amore decide di trovare lavoro a Torino. Davide è anche un batterista e se la cava davvero bene dai Deep Purple fino ai Pooh passando per i Verdena.
Curriculum, annunci, telefonate; la solita storia!
Così un giorno finisce in una sala riunioni di un Sistem Integrator a discutere il suo CV con il responsabile del personale, Matteo.
Dandosi educatamente del “lei “si ripete il solito copione: “Come ha affrontato questo…”, “si ritiene abbastanza…”, “crede che si possa..”, “può indicarmi la sua disponibilità..”.
Questo fino a quando il “Tu” irrompe nella discussione come un tuono: ”Davvero suoni la batteria?!?!?!”.
L’ultima voce di un curriculum che si rispetti riguarda hobbies ed interessi, e Davide risponde: “Si la suono da 15 anni!”.
Matteo mette in moto il suo cervello e quel piccolo neurone che gli è rimasto (immaginate la particella di sodio della nota acqua minerale?) capisce che se Davide si è trasferito a Torino da solo 2 settimane non può aver già iniziato a suonare in un gruppo e più o meno si rivolge a Davide in questo modo: “Sei a Torino domani sera? Ci vediamo in sala prove alle 20:00!”.
Pino vive a Torino già da anni, trasferitosi dal Gargano in tempi di studi.
Un giorno passa a trovare Matteo, un amico caro con cui condivide la passione per la musica etnica e la scoperta delle radici culturali delle proprie origini: qualche anno prima Pino e Matteo avevano realizzato un album di canzoni e serenate della tradizione del Gargano e da allora la loro amicizia si era rafforzata ed aveva avuto le opportunità giuste, tra un concerto ed una serenata per le spose, di consolidarsi.
Pino è un “Cantore della tradizione”, una voce “importante”, suona la chitarra battente, la tammorra e se la cava molto bene anche con il sax.
Chiacchierando del più e del meno Matteo confessa a Pino di essere alla ricerca di un bassista per un progetto di musica pop, un’idea che gli è venuta: risuonare grandi classici della canzone pop italiana in chiave Indi/Garage (una sorta di Blue Beaters in versione Rock)!
Pino laconico risponde senza intendere minimamente che la cosa possa interessargli: “Sai, io ho suonato il basso per 10 anni col mio primo gruppo”.
Vi lascio immaginare che Matteo non abbia esitato un attimo: ”sabato suoniamo, ci vediamo in sala prove!”.
Pino e Davide non si fidano subito di Matteo.
Si, è un buon chitarrista, è intonato, ma il suo passato di musicista “estremo”, vicino ai centri sociali (Matteo ha militato in un gruppo di Punk/hardcore, in una band di Black Metal, ha fondato a fine anni 90 un gruppo Noise oltre ad altri progetti meno compromettenti come un gruppo Blues ed un passato da cantautore) gli danno poca credibilità nell’ affrontare un repertorio di musica Pop e per di più in italiano!
Ma il tempo sa essere generoso con chi sa dargli spago.
A gennaio del 2012 viene pubblicato il primo singolo della band: “ma che freddo fa”, una cover in stile garage della famosa canzone di Nada Malanima.
La prova passa abbastanza inosservata dai media, a per mette al chitarrista della band di classificarsi terzo nelcontest “PREMIO CHITARRA INDIE 2012″ organizzata dal MEI.
ad ottobre dello stesso anno i tre musicisti pubblicano il loro primo brano inedito “canzone del viaggio”.
Nello stesso mese partono le audizioi per inserire nella band un nuovo chitarrista: nel mese successivo il giovanissimo Andrea Pacillo entra stabilmente nella band.
Così i nostri eroi continuano a lavorare per poter trovare un sound ed uno stile che possa permettere a chi ascolta di dire “ah, questa è la figlia del dottore!”.
La solita band di musica italiana era appena nata.

 

Scroll Up